sabato 20 settembre 2008

romanticismo all'antonini

bhe. dopo aver provato con un 4-5 sedute con delle assistenti sociali e psicologhe minorili, ora mi ritrovo amggiorenne e quindi nn possono + darmi una mano.
mi trovo quindi a dover andare da uno psicologo plurifamoso laurreto ecc blablabla.
dopo una serie di spinte da parte mia x vederlo (dato ke nn posso uscire...almeno qll) e varie cose ke nnsto qui a scrivere, mi ritrovo in machcina diretti x l'antonini di limbiate. è sera, tramonto inoltrato da un bel po. dopo un po di giri si arriva a sto posto desolato con luci spente e la sbarra alzata, al di sopra la scitta Centro di cura mentale e presidio psichiatrico Giovanni Antonini o qlcs di simile. ma ke razza di ospedale?! entriamo. un edificio di fronte a noi con un groso faretto da illuminazione proietta luce sull'ingresso di qsto e ttt il resto è immerso nel verde degli alberi nn curati e nell'oscurità della notte. l'aria è fresca ma x ora in macchina nn si sente. "era sulla destra, era sulla destra, me lo avevva detto a l telefono..." continua a ripetere mio padre mentre entriamo sempre + verso il centro dell'ospedale. una cartelletta trasparente contenente un foglio di carta con stampata la scritta battesimo con una freccia grossa nera attaccata su un palo della segnaletica ci fa capire di esserci inoltrati un po troppo e cosi torniamo indietro. indietro ci parcheggiamo vicino al ser, serf, o una sigla simile. sn le 19.57:  èpresto x chiamrlo e farci sapere come raggiugerlo aspettiamo fino alle 19.55 quando mio padre chiama ma lui nn risp. ci avviciniamo alla porta: arriviamo fino li sotto con sto faro ke predomina tt quanto, il suolo in evidente disuso, lo zerbino e altre cose sporche lo facevano sembrare artefatto, quasi da film tt qll sporco. dopo 2-3 minuti sto dottore richiama lui dicendogli ke sta x scendere. scendiamo dalla macchina. ad acoglieri c'è un'arietta fresca il buio della notte. dal portone di vetro fuoriesce una figura di uomo alla vista importante, capello brizzolato, occhiali da vista, giacca, camicia, cravatta rossa, si avvicina e ci saluta con la mano. stranamente nn mi presento: dico solo salve e lui dopo un po dice "mmm, daniele?!" e io "si" sorridendo. ci dice "prego!" e ci indica la strada: riapre il portone, ci fa entrare e lo richiude alle sue spalle, ci indica di girare a sinistra e poi a destra , poi di nuovo a destra x salire le scale. durante qst il mio sgurdo cade su tt quanto visibile dai miei occhi. tt cosi dismesso. chissa ke centro doveva essere stato qst... cianfrusaglie e un lieve strato di polvere un po qui un po li mi rendono perplesso, d'altronde è pure sera, se ti accoppano qui ke è lontanto dai centri abitati (ex manicomio) e all'interno di tt il complesso... vabbe ttt sti ragioamenti e mi trovo alla fine delle scale (un piano) e poigiriamo a destra (a sinistra il buio e le cianfrusaglie spiegavano da se la scelta) la luce a dx ci faceva avanzare. con la chiave lunga tipo porta blindata di casa apre un porta di metalo e vetro, entriamo e nn la chiude ma ci infila la chiave da dentro. un corridoioo ci fa accedere al suo studio ke è (naturalmente) in fondo ad esso. altre stanze dalle porte aperte mi fanno buttare lo sguardo dentro. nn so qll sera mi sentivo + curioso del solito, saranno stati tt quei discorsi sul romanticismo, sull'irrazionalità, e sul fatto ke il lato meno razionale x i romantici scaturiva di + di notte, dal fatto ke su alcuni aspetti concordo coi romantici, e le altre cose della rossi... nn lo so. sta di fatto ke mi sentivo strano. e stanco. erano pure le otto di sera di una lunga giornata da 6 ore scolastiche... entriamo dopo un breve colloquio a 4 i mei se ne escono e rimango con lui x un'ora. poi esco x chiamare i miei ke paleranno da soli con lui, col dottor........ dottor.... vabbe col dottore.quando loro entrano nn posso fare a meno di infilarmi in ogni stanza, anzi no aspetta, prima origlio x vedere se da lontano si sentivano i nostri discorsi: pure da vicino la porta nn si sente nada. poi mi butto in una stanza dalle comode poltrone ke nn riesco a far abbassare i sedili. dopo vani tentativi esco x poi prendere una rivista e leggere. ma io nn sono qst. nn mi arendo. mi rialzo x entrare nella stanza + grande del piano x le conferenze. vedo un microonde sulla sinistra e un televisore di fronte. vado fino alla tele e l'accendo prendendo xo prima il telecomando e tenendo premuto da spento il pulsante x abbassare il volume. ma il telecomando scopro ke nn va e si sente un po la voce della tele. la abbasso manualmente e poi cambio canale. ma la scrausità di sta tv gli fa cambiare solo x 2 canali: im pratica l'avanti e inditro x i programmi vale solo come raitre col formicolio e un'altro tipo la sette cn un cazzo in tv. dopo un po di smanettamenti mi arrendo: spengo la tele e torno in corridoio camminando piano x poter scorgere bene nella penombra tutte qll cianfrusaglie ke facevano pensare ci sia stata o ci sia ankora vita li. proprio come in un film... o in un set di un film... vabbe me ne esco e sento i miei passi ke risuonano sul pavimento di plastica o come cazzo si chiama ql tipo di pavimentatura ke sembra gomma-plastica, in pratica nè piastrelle nè parquet. guardo la fotocopiatrice e i toner ke potrei portarmi a casa xke messi li in bella vista e aperti. ma io nn ho una fotocopiatrice. leggo panorama e mi strappo una pagina ke mi interessa, mo nn ricordo cosa sia: è ankora nella tasca del mio jeans scuro. dopo averlo sfogliato tt mi rialzo x prendere un'altra rivista e sono costretoto a prender vanity fair. 
il resto nn c'ho voglia di scriverlo, nn è importante: lro poi usciranno e mi fanno entrare, parleremo in 4, poi mentre stiamo x uscire mia mamma mi dirà "inizia a davviarti alla macchina.." xke doveva parlare col dotore. ah, nn bastava dire "ci lasci ancora altri 2 minuti da soli?" vabbe lasciamo stare. cmq niente tt qui. abbastanza spettrale. strano poi all'uscita vedere un tizio scaricare dei cartoni da una macchina destinati (forse)a qll edificio...

Nessun commento: